E siccome nella ribellione e nella battaglia i colpi non vanno misurati a fil di ragione, il genio riesce quasi sempre eccessivo.
Al par nell'odio e nell'amor sublime", come l'Achille cesarottiano."
Ecco un vero genio che sa intuire ed ammettere la debolezza del genio!
Meglio ancora si esprime il più moderno e il più geniale degli scrittori di Francia. "Chi di noi, scrive Renan (Vie de Jesus, p. 452, 1863) potrà fare quanto lo stravagante Francesco d'Assisi e l'isterica S. Teresa? Poco importa che la medicina abb a dei nomi speciali per queste grandi stranezze della natura umana; che essa sostenga essere il genio una malattia del cervello: i nomi di sano e di malato sono relativi; tutti preferirebbero essere ammalati come Pascal all'esser sani come il volgo. Le idee rette diffusesi nei nostri tempi sulla pazzia forviano il giudizio in tali questioni. Uno stato in cui si dicono cose di cui non si ha coscienza, ove il pensiero appare senza le norme o il richiamo della volontà, espone ora un uomo ad essere sequestrato come allucinato; tempo fa ciò chiamavasi profezia e ispirazione. Le più belle cose del mondo si sono eseguite sotto la febbre. Ogni creazione eminente suppone una rottura di equilibrio, uno stato violento a chi ne sia autore.
E Diderot scrisse: "Gli uomini di un temperamento pensoso e melanconico devono ad uno squilibrio della loro macchina quella penetrazione divina che sorge in essi ad intervalli, portandoli ad idee ora sublimi ora pazze." (Dictionnaire Enciclopedique).
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