Ci sono prodotti patologici di vegetali e di animali utili e preziosi all'uomo; ci sono anomalie, degenerazioni organiche di uomini, che sono utili alla società; come tali noi possiamo continuare ad ammirarlo, a facilitarcene, senza bisogno di ostinarci a credere perfezione e superiorità laddove - scientificamente e propriamente parlando - vi è proprio un'imperfezione e un'inferiorità generale.
Ma ciò non entra punto nell'apprezzamento estetico dell'opera d'arte, e gli esteti possono continuare a sfarfallar sui fiori dei giardini poetici, senza pigliarsela con il botanico, che con la lente e la pinzetta conta gli stami ed i pistilli.
Studiate, leggete, ammirate e fate ammirare ai giovani il bello ove si trova; ma lasciate agli altri di indagare e affermare un altro gran bello: il vero.
LA PAZZIA ED IL GENIO DI CRISTOFORO COLOMBO(9)
(Con una tavola)
È cosa notissima che i contemporanei di Colombo (ripeto le parole del miglior suo storiografo, il De Lollis), tanto i dotti che gl'ignoranti, non s'erano potuto rendere una chiara ragione del modo con cui egli era giunto alla grande scoperta. Né meglio vi approdarono i posteri per quante indagini vi accumulassero; sicché giustamente Correnti (Discorso su Colombo, Milano 1863) sentenziava: che né la storia né la filosofia valsero finora a risolvere degnamente quel quesito.
Né anche ora vi si riuscirebbe, senza l'aiuto della psichiatria; - il che credo poter qui dimostrare. Vediamola in opera:
Cristoforo Colombo nacque da un lanaiuolo, non solo povero, ma inquieto e intrigante che, a quanto pare da documenti ora usciti alla luce (Vita di Cristoforo Colombo, di Cesare De Lollis, 1895), era una specie d'affarista, se non un completo imbroglione.
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