....Sit nomen Domini benedictum ex hoc nunc, et usque in saeculum, a solis ortu usque ad occasum laudabile nomen Dei".
Da queste ultime frasi Colombo, che cercò il Levante per la via di Ponente, pretende essere i termini del suo itinerario già fissati nei passi della Bibbia. Accanto a quella di Isaia e di Geremia sta l'autorità di S. Agostino, di Pietro d'Ailly; ma tutto l'insieme è coordinato a provare che la voce del Cristo dovrà correre attraverso a tutto l'Oceano ed echeggiare nelle più remote isole del mare prima che la fine del mondo abbia luogo.
È un libro come tanti se ne vedono nei manicomi.
Le vedute mistiche
, nota il De Lollis, "soppiantavano così quelle cosmografiche nella mente e nell'animo di Colombo; e mentre, in origine, sull'autorità di Aristotile e di Strabone, la Spagna gli era apparsa, per la sua posizione geografica, come il punto di partenza naturale per una navigazione alle terre transatlantiche, egli preferiva oggi considerarla come la Nazione che la volontà Divina aveva specialmente predestinata ad agevolare il trionfo completo del Cristianesimo, con la cacciata degli Ebrei e dei Mori dal suo seno e con la riconquista della Santa Casa. Anche l'anima profetica dell'abate Gioacchino (che pure influì, aggiungo io, su Cola di Rienzo e su Lazzaretti), s'era espressa in questo senso". L'abate Gioacchino Calabrese, notava Colombo aver profetato che "doveva uscire di Spagna colui che avrebbe riedificata la casa del Monte Sion".
Egli vedendo in sè l'uomo vaticinato da Dio per.
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