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      Un più recente studio (E. Degola: per De Gubernatis) spiega meglio questa sua strana condotta o meglio forse aggiunge un altro più potente a questi moventi. - Secondo il carteggio dell'Ab. Degola, un santo uomo sempre in cerca di proseliti, avendo costui convertito una certa Geymüller e poi sua figlia, protestanti, amici, correligionari e quasi coinquilini della Blondel in quell'epoca (1810) a Parigi - questa ultima ne fu così impressionata da decidersi subitamente ad imitarla e si convertì il 22 Maggio; - Manzoni prima la lasciò fare senza molto esserne scosso, ne disputò anzi un poco con Degola, - poi cominciò a subirne l'azione suggestiva, come è prova l'aver consentito il 15 Febbraio 1810 a rinnovare il rito nuziale; poi a quella di Degola si aggiunse l'opera di Monsig. Tosi - ma pure al 28 Agosto 1810 non era convertito che a metà. - "Il già sì fiero Alessandro (scrive il suo 2º. domatore Tosi a Degola) quantunque mostri molta docilità non è ancor conquistato alla fede. - Ma i preti convertono anche la madre Donna Giulia, che s'accosta alla mensa della B. V.; e la suggestione quindi aumenta sempre più; - benché il 22 Febb. 1811, Tosi volesse vederlo più docile all'insinuazione dolcissima della moglie e della madre. Ma sotto quattro suggestionatori di quella forza finiva per cader, non solo ma andar al polo opposto dell'ascetismo morboso. - Il 7 Marzo 1811, ossia 15 giorni dopo, Manzoni ne era già preda completa, era secondo la mite formula di Lojola perinde ac cadaver e scriveva di sè: Soffrire giusto questo castigo per chi non solo dimenticava Iddio, ma ebbe la disgrazia, l'ardire di negarlo.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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