4), egli, che non foss'altro dalla condotta del Vaticano col suo grande Rosmini, torturato moralmente in vita, e forse spento dal noto a Sarpi stylum Romanae Ecclesiae avrebbe dovuto almeno per ragione di sentimento, per ragion d'amicizia, comprendere la terribile fallibilità della Chiesa.
Certo che: se il delirio religioso sorto a poco a poco - prima in grazia ad un accesso epilettoide e poi mercè la suggestione della moglie, della madre e del Tosi, e Degola in un organismo debole e predisposto a passare agli eccessi opposti dalla nevrosi dominante e dagli incidenti che questa ingrandiva, - se quel delirio avesse continuato ad imperversare a questo modo sull'anima di quel grande, noi del Manzoni non avremmo più avuto, toltone i bei versi giovanili, che quei poco felici primi inni e l'importazione di qualche pianta esotica d'alto fusto.
Ma nel 1818, a rompere la prepotente suggestione altrui e la propria - gli sorse contro una di quelle grandi sventure che omeopaticamente spesso servono di rimedio alle più gravi psicopatie: in causa della pessima amministrazione sua, se egli, malgrado la lauta eredità Imbonati, quasi 300,000 lire, (secondo Petrocchi o. c.,) volle conservare Brusuglio, dovette vendere la casa e villa paterna, cui era affezionatissimo e nel cui villaggio, come è confermato dai colloqui del Manzoni con la Maffei (v. Barbiera, p. 362) egli impostò la scena principale dei Promessi Sposi. Il dolore dovette essere acerbo, "il più grande dispiacere", disse(34) egli, "della mia vita": Egli ne ebbe, perciò, come appare dalle lettere della madre e di lui stesso al Tosi, un aggravamento nella nevrosi, e nelle vertigini.
| |
Vaticano Rosmini Sarpi Romanae Ecclesiae Chiesa Tosi Degola Manzoni Imbonati Petrocchi Brusuglio Manzoni Maffei Promessi Sposi Tosi
|