Ma nel sonno principalmente sembra che la pazzia di questo grande prendesse una forma precisa e degna di grave attenzione. Abbiamo veduto come credesse poter provocar l'estasi a volontà; ma solo nel letto, poco prima o poco dopo del sonno, egli possedeva questa nuova virtù, o piuttosto ei ne era posseduto. Una volta, p. es., essendo colto verso il mattino, in letto, dall'estasi, ed egli destato e postosi eretto, l'estasi sparve; tornato a giacere, riapparve; e fu allora che ei si credè precisarne la sensazione, e la disse un lieve spiro che non proprio nel cuore, ma più sotto gli palpitava, ecc. Anzi sembra che alcuni sogni eccitanti gli lasciassero una specie di estasi.
In sogno ei dichiarava avere ideato e composto alcune delle sue opere, p. es. quella sì voluminosa De varietale rerum e quella De subtilitate. Un dì nel 1557, narra egli nei Sommiis Synesiis, c. IV, parvemi udire delle armonie più soavi; destatomi tosto, mi trovai in capo risolto un mio problema su le febbri (perchè ad alcuni letali, ad altri no), a cui invano aveva pensato per venticinque anni. È notevole qui l'associarsi ed il precedere dell'eccitazione del senso a quella dell'intelletto.
Impotente fino a 34 anni, un sogno gli restituisce la maschile virtù, e gli addita, nè troppo felicemente, l'oggetto delle sue cure, la sua futura moglie, una figlia di scherano, che prima del sogno ei non ebbe "dice" non che ricordata, nemmeno veduta! Che più, se spingeva la sua sciagurata follia a tanto, da regolare dietro i sogni suoi i consulti medici, come si vanta egli stesso di aver usato per il figlio di Borromeo?
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Sommiis Synesiis Borromeo
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