Così il nostro Cardano sapeva già prima del sogno quello che con tanto mistero ei sentì rivelarsi dal Genio.
Eccone le prove. Nel libro De Subtilitate, scritto quasi dieci anni prima del sogno: In annulo gemma vel collo appensa aut etiam sub linguam retenta confirmat rei venturae opinionem. Nel libro De Gemmis et coloribus: "Lo smeraldo (che è precisamente la gemma di Cardano) seda li affetti dell'animo ed è utilissimo a divinare".
Nel libro De Somniis: "Le gemme del sogno sono simboliche di figli, di libri, di cosa insperata, delizia, jocondità. Significano allegria non solo per la natura, ma per il nome italiano giojre gioia, che si accorda con gioia."
Il che è bene una strana ragione, ma come lui la pensava tutta la dotta plebaglia del medio evo; eppure in quel momento egli assicura non aver mai compreso qual rapporto vi fosse tra lo smeraldo e l'oblio, e lo pose solo alla bocca per le parole: "Credidit et reputatum ei est ad justitiam"; e vedutone l'effetto, ne trasse alta meraviglia. Questo fenomeno del dualismo è comunissimo nel sogno come in molte frenopatie; ma nel sogno assume una doppia importanza e gravità; senza questo apparente dualismo, per cui l'uomo cela sè a sè medesimo, ei ricadrebbe nel dubbio ed il sogno non avrebbe raggiunto lo scopo; così succede comunemente che chi richiede un consiglio circa un proprio progetto, non cerca altro che di veder riprodotta e pòrtagli di nuovo per mano altrui la sua opinione, onde meglio trovare modo di riconfermarvisi; qui il dualismo è vero in apparenza, falso nel fondo; nel caso del sogno manca e fondo ed apparenza, ma sono simili in ogni punto e la causa e l'effetto.
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