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      La durata dell'influenza di questo sogno accenna la sua origine e natura patologica, senza la quale niun sogno può lasciare tracce sì lunghe e sì forti.
      Ma più chiaramente che in tutti gli altri scritti ed atti della vita di Cardano, nel libro De Somniis si palesa quella singolare fusione di genio e di pazzia, come pure l'influenza ipnotica su questa. È un libro che parla al psichiatra come una pseudo-membrana parlerebbe al patologo. Ivi da prima egli espone le più giuste e curiose osservazioni su i fenomeni del sogno, per es. che i grandi dolori fisici vi agiscono con minor energia e con maggiore i leggieri, fatto recentemente confermato da M. De Sanctis (Dei sogni); che agli idioti non appaiono mai sogni complessi, ma idola; che i pazzi sognano moltissimo; che nel sogno come nella scena, in brevissimo spazio si percorrono serie lunghissime d'idee; finalmente (e l'osservazione è piena di verità), che li uomini tengono sogni o analoghi affatto, o affatto contrari alle proprie abitudini, tornando ciò uguale nell'effetto. Ebbene, dopo sì lucidi intervalli e tratti di genio egli rinnova una delle più meschine e più assurde teorie dell'antiche età, secondo le quali il più breve accidente del sogno deve essere rivelatore d'un futuro più o meno lontano. Ei detta quindi con la convinzione più sincera e con esempi di propria esperienza un infelice dizionario, identico nella forma come nell'origine veramente patologica, a quei libriccioli di Cabala del Lotto, che si gettano, unica e calcolata pastura, alla povera plebe.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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