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      Bugia. - E peggio, egli era un classico bugiardo, nota Cesaro; mentiva ai superiori la causa del suo viaggio in Germania (Epistola ad posteros); e appunto in questa lettera egli dissimulò ai figli la propria paternità; dichiarava di aver abbandonato ogni oscenità, a 40 anni, e poi ne troviamo il catalogo fin passati i 46; scrive sonetti per Laura viva, quand'era morta; giura che quell'amore era purissimo e nel Secretum, III, confessa che l'amore per Laura sua non era onesto. Turpe igitur aliquid interdum voluisti. Pretendeva con Boccaccio di non aver mai letto Dante, mentre invece l'aveva studiato profondamente ed anzi imitato. (Giornale Dantesco - Anno VIII)
     
      Contraddizione -."...La contraddizone è anch'essa abituale in lui; anzi è un altro carattere singolare del suo stato psicologico. In tutta la gran mole delle sue opere egli affetta sempre un austero stoicismo; ma non gli riesce mai di metterlo in pratica, e con ingenuo candore se ne confessa. Esorta gli amici a sostenere serenamente la sventura, ma de' suoi propri e men gravi fastidi mena scalpore infinito; predica la vanità dell'orgoglio e dell'ambizione, ma guai a chi lo punga o gli attraversi la via; biasima il lusso nei costumi e perfin negli arredi sacri, ma dal lusso egli stesso non sa difendersi mai, così nel culto della persona come nelle abitudini della vita; condanna l'avarizia ed usa liberalità, ma pur si mostra avido di prebende. Scrive parole infocate contro i rei costumi del tempo, e chiama i principi tanti Dionigi e Demetri Falerei; ma vive nelle loro corti la maggior parte dei suoi anni migliori.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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