Il dire che fin dall'infanzia la sua vita fu un ordito di travagli, di lagrime, di gemiti, com'egli fa in un'epistola poetica; il dire che quand'egli è posseduto dalla sua indefinibile acedia si trova come piombato nelle tenebre dell'inferno e soffre la più crudele delle morti, come fa nel Secreto, parrebbe soverchio anche per uno che non avesse avuto tanta prosperità di fortuna come il Petrarca.
Si direbbe che la contraddizione è la forma perpetua del suo sentire e del suo operare. Quando si procura un'agiatezza, un piccolo piacere, sia pur l'innocente soddisfazione di una comoda casetta o di un modesto giardinetto, un'ombra lugubre gli attraversa la mente: è il pensiero della brevità e inanità delle cose umane. Quando si trova a deliziarsi dei più magnifici spettacoli della natura, gli sorge nell'animo una dolorosa tetraggine di asceta. Se il calore del temperamento gli fa scordare nell'ebrezza del senso l'austerità canonicale, a sterile ammonimento di sè stesso ne tiene misterioso e lamentoso ricordo nelle pagine d'un libro appassionato
.
Erotismo eccessivo. - "Nè è da passare sotto silenzio una serie di memorie registrate sopra una pergamena contenente le lettere d'Abelardo ed Eloisa, a cui il poeta fece delle "note assai curiose". Eccone un saggio, senza però le sigle convenzionali, che non si possono riprodurre a stampa:
1344 Aprilis 21 mer.
nocte proxima.
Jouis, prox. nocte.
Junii 8°... nocte.
Mercurii, prox. nocte.
Jouis, prox. nocte.
Domini. prox. nocte, 13 Junii.
Martis, prox. nocte.
| |
Secreto Petrarca Abelardo Eloisa Aprilis Junii
|