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      L'affettività è diventata in lui così ottusa, - come il Binet Sangle ci nota, - che, apprendendo la morte della sorella Jacqueline, che prima era la persona da lui più amata, disse semplicemente: "Dio ci faccia la grazia di morire altrettanto bene", e "Beati coloro che muoiono nel Signore". Del resto già un po' prima la sorella Gilberta aveva notato il raffreddarsi in lui degli affetti famigliari, fino a respingere le cure delle sorelle e a sdegnarsi o scandalezzarsi per le carezze che i bimbi facevano a queste e fin all'odio di sè medesimi; infatti il Pascal giunge a scrivere: "La vera ed unica virtù è quella di odiar sè stessi". E insieme anche l'odio vero per gli scettici, gli eretici, e gli atei. Anche la sua carità verso i poveri è più una manifestazione delle sue idee religiose, che di sentimenti altruistici. Il sentimento che domina in lui è la paura. I suoi Pensées, quando hanno per oggetto le cose scientifiche, sono semplici e chiari, penetranti; quando hanno per oggetto cose religiose, sono oscuri, contorti, superficiali ed anche stravaganti(49). Alcuni sono assolutamente vesanici, come: "La grazia non è che la rappresentazione della gloria, perchè essa non è l'ultimo fine. Ella fu raffigurata dalla legge e rappresenta essa stessa la gloria, ma essa ne è la figura, o il principio o la causa". Finalmente, un frammento dei Pensèes, porta come l'amuleto, gli stupidi disegni simbolici dei paranoici.
     
      J.C.
      ,
      ,
      Paiens - O - Mahomet
     
      Anche le sue manifestazioni geniali sono prettamente morbose.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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