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      E dopo ciò parmi inutile spender parole a dimostrare come la origine del delirio di persecuzione nel Guerrazzi debba principalmente ricercarsi nel delirio di grandezza.
     
      Bizzarrie. - Né solo di questi deliri troviamo tracce chiare; ma, come già in suo padre, anche una grande tendenza alle idee fisse, come egli confessa. "Che cosa significarono gli antichi" scrive nel gennaio 50 "con lo avvoltoio di Prometeo? Il pensiero molesto"; e nell'ottobbre 49: "il Tasso se non era pazzo quando fu messo in S. Anna, diventò tale col tempo. Guai al pensiero non divertito! diventa una lama che taglia il fodero"; e nello stesso tempo al Bertani: "I miei pensieri in me dormir non ponno."
      Ricordo, come esempio curioso, tra le sue bizzarrie quella di non voler essere chiamato avvocato nè chiarissimo (come l'olio di Lucca, egli dice): se dovessi qui riferire tutti i passi delle sue lettere, nei quali prega i suoi amici di risparmiargli questi titoli, occorrerebbe più che una pagina.
      Un'altra nota bizzarra, dovuta in gran parte alla sua qualità di livornese, era l'odio per gli ebrei, contro i quali da ragazzo andava a far sassaiole e lotte a coltello. Una volta un ebreo gli tagliò la corda di un aquilone, facendoglielo andar a male. Ond'egli: "Ebreo, giudeo, da quel giorno scorsero molti anni, di fanciulli siamo diventati uomini. Ma io ti ho notato, ti ho sempre tenuto dietro, e guardati, ch'io non ti aggiunga, perchè le tue orecchie devono farmi ragione dell'offesa." Quest'odio giunge fino al ridicolo, tanto che da Bastia, avendo ricevuto campioni di penne, scrive addolorandosi per avere trovate buone quelle fabbricate dall'ebreo Corcos.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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