Pagina (138/187)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Tornato a casa è colto da accessi epilettici che gli durano per tre anni: l'aura cominciava con una violentissima emicrania oftalmica; perdeva la conoscenza, stracciando a morsi, nella convulsione, lenzuola, camice, e mordendo perfino sè stesso. Negl'intervalli delle convulsioni era colto, a quel ch'egli dice, da desiderî di suicidio; anche questo evidentemente ereditario. Divenne magro e sfinito, gli imbiancarono precocemente, poi caddero tutti i capelli(59).
      L'accesso tipico comincia durante la prigionia, nel 52: "Poche notti sono, - scrive nell'agosto al nipote, - non so che diavolo si fosse, ma sentii percuotermi come un gran picchio nel cervello, rimasi privo di sensi, con la lingua stretta fra i denti e la bocca piena di sangue. Mi trassi sangue, e ieri volli presentarmi al dibattimento; oggi non ho potuto proseguire a cagione della lingua orribilmente lacerata". Altri attacchi seguono pure durante la prigionia, nel 53 (cfr. lettere al Mangini del 5 e 8 maggio, alla Cotenna del 13 giugno, all'Adami, al Roberti, al Montanelli da Bastia, nell'ottobre); altri ancora in Corsica (cfr. lettere all'Orsini, al Menichetti, al Giannini, al Mangini, al Montanelli etc. del nov.) etc.
     
      Riflessi del carattere nello stile e nelle opere. - Di questa sua indole, il cui fondo patologico si basa nella epilessia, un riflesso chiaro, evidente sono le sue opere, concepite, secondo egli stesso dice, "sotto il flagello dell'estro che conturba le viscere e fa tremare i nervi come fronde sbattute alla foresta; quando le arterie delle tempie percuotono forte come se volessero rompere il cranio".


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





Mangini Cotenna Adami Roberti Montanelli Bastia Corsica Orsini Menichetti Giannini Mangini Montanelli