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      Del resto a chi legge qualsiasi scritto del Guerrazzi appare, pur senza nulla sapere della sua vita, opera di uomo tutt'altro che normale, comechè poche pagine trova in cui non si alluda ad ossa, a sangue, a stupri, ad uccisioni, vendetta, ferocia.
      Ed egli stesso ne conveniva. Nelle sue Memorie, il Giusti riferisce il racconto fattogli una volta dal Guerrazzi, di una orrenda e selvaggia scena di rissa a coltello fra delinquenti, suoi compagni di detenzione: A quegli urli feroci, a quelle atroci bestemmie, fra il cozzar dei corpi e dei ferri, il Guerrazzi diceva di aver teso avidamente l'orecchio, ed essersene sentito inspirar l'estro. "Io, diceva, mi sono sempre inspirato a cose terribili e orrende".
     
     
     
     
      VERLAINE(60)
     
      Come Leopardi, Manzoni e Byron, Verlaine (Verlaine intime, 1898) discende da una famiglia patrizia; e com'essi, anch'egli ebbe una strana precocità. A cinque anni era innamorato di una bimba di quattro: però restando il penultimo della scuola, fino all'università. La tendenza poetica nacque in lui alla pubertà e gli fece dettare a imitazione del Baudelaire i Poemes saturniens, ma a 20 anni si diede all'ubbriachezza comechè, diceva egli, "il vino tendeva le fibre del suo cervello come corde di violino, sicchè le minime impressioni sensorie facevano da archetto e ne spiccavano note fine, delicate, pungenti"; ma più in ragione del valore fonetico che del morale, cadendo già nell'osceno.
      Innamoratosi precocemente, si ammogliò; ma tre settimane dopo, la sposa ritenendolo un ubriaco abituale lo abbandonò.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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