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      Per timore dell'incendio, abitava dal 1836 al piano terreno. Tutte queste sono prove dell'esistenza in lui di una follia del dubbio, o di fobie sian pure rudimentali.
      Come molti pazzi prestava fede ai sogni: nella notte del 7 settembre 1830 sognò che il padre gli appariva ad annunciargli una grave malattia, la quale, infatti, si avverò nell'inverno.
      Di più, egli ebbe quattro periodi di vera melancolia(65) o come lo vuole Möbius depressione psichica: nel 1805, dopo la morte del padre; nel 1813, quando scrisse la sua dissertazione; nel 1823, quando abitò a Monaco; nel 1831-32, a Francoforte; qui però gli si aggiunse verosimilmente una malattia somatica.
      Möbius finisce per ammettere in lui l'esistenza di una forma periodica di depressione psichica, con intervalli della durata di 7 a 10 a 17 mesi quando toccò i 25, i 35, i 43 anni, il che in lingua povera si traduce in melomalia intermittente con fobie.
      Ma nell'età matura scomparvero questi accessi, divenne allegro e la salute migliorò molto; non sì che non gli si ridestassero molti ticchi paranoici persecutivi e molte fobie.
      Siccome i suoi libri per lungo tempo non gli fruttarono nulla, egli opinava che i filosofi ed i critici avessero fatto contro di lui una vera congiura di silenzio.
      Mentre egli credeva di poter vivere ancora venti anni, morì improvvisamente a 72 anni per paralisi cardiaca. Egli aveva proibito che gli si facesse l'autopsia, e solo si conosce che l'enorme capacità cranica - 1676 - faceva sospettare d'idrocefalia, e l'indice quasi di trococefalia.


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Nuovi studi sul Genio.
Parte I (da Colombo a Manzoni)
di Cesare Lombroso
Sandron Editore
1901 pagine 187

   





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