Rinsensato, mi vidi circondato da donne; senza profferire parola mi levai dispettoso, e mi ridussi a casa ove mi assalse la tremenda infermità che chiamano tick nervoso. Quanto io per tre anni soffrissi non è a dirsi; diventai l'ombra di me stesso, curvo della persona e giallo ed estenuato da mettere spavento; mi caddero tutti i capelli. L'assalto del male cominciava con certo intorpidimento dei nervi dell'occhio destro, sicchè cotesta parte del capo pareva mi fosse diventata di metallo; ad un tratto sentivo come uno stringermi con pinzette infuocate i nervi del sesto paio in fondo all'occhio e scuoterli violentemente e celerissimamente: non penso che la inquisizione sapesse inventare mai così atroce martoro; perdevo ogni conoscenza, non già il sentimento del male, le lagrime sgorgavano a fonte, mugolava avvolgendomi per terra, a morsi stracciavo lenzuola, camice, e qualche volta me stesso morsi.... Spesso determinai troncare una vita troppo dolorosa, ma dopo mi pentiva e al padre raccomandai levasse di casa le armi e facesse badare alle finestre.... Negli intervalli, - salivo e correvo da disperato: certa volta privo di sentimento, caddi sul terreno e quivi rimasi fino al tramonto... L'accesso terminava con informicolamento e trafitte angosciosissime. (Mondolfo, o. c.).
(60) Verlaine. Oenvores: Paris, 1900. - Donos. Verlaine Intime. 1898.
(61) Nell'originale: felicista
(62) Nell'originale: ripugnava
(63) Lombroso. - Grafologia, Milano 1889.
(64) Nell'originale: il cranio idrocefalico
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