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      Un bel accenno olimpico del capo non è egli più facile e - presso i molti ignoranti - più fruttuoso di un'opera intera?
      E sono un manipolo di auto-apostoli muti, che, tenaci nel dogma, nel catechismo e più nella reciproca ammirazione, credono schiacciare ogni altro col peso del loro silenzio, od oppongono la loro lodata sterilità ai vostri volumi. Se essi non hanno creato, chi deve creare? Quando poi si degnano parlare, chi oserà porre in dubbio la loro sentenza?
      Del resto, alla bufera tien dietro spesso la pioggia fecondatrice che ravviva e raddoppia i raccolti nella zona dalla prima distrutti, ed alla bufera che m'attende, malgrado le correzioni introdotte in questo libro, spero succeda il trionfo di alcune almeno delle idee da me spalleggiate.
     
     
      CAPITOLO I.
      Intelligenza dei pazzi - Monomani - Mattoidi.
     
      Come ho già accennato poco sopra, mal potrebbe il lettore profano agli studi di psichiatria, afferrare quanto io tenterò di esporre nei seguenti Capitoli, se prima non si persuade essere non già una bizzaria che mi pulluli in capo, ma un fatto, ormai nettamente risoluto dalla scienza, che, salvo negli idioti, negli imbecilli e nei dementi che hanno servito sventuratamente a modello pei più, l'intelligenza della maggior parte dei pazzi è piuttosto in una esagerata che non deficiente attività; se e' sbagliano, sbagliano perchè troppo sentono e pensano, e quindi sono in un contrasto continuo coi loro coetanei e fino col loro stesso passato.
      Ciò ben si capisce, perchè in essi l'organo di quella funzione sublime che è il pensiero, non è tutto colpito (1), ma lo è solo in parte, e l'energia, che vien meno solo negli affetti, nell'ordine, od in quello che noi diciamo senso comune, viene compensata nel rigoglio di altre facoltà, la fantasia, la memoria, p. es., la passione estetica.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171