Pagina (8/171)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Così Winslow conobbe un gentiluomo, incapace, quand'era di mente sana, di fare una semplice somma, che diveniva un famoso aritmetico sotto all'accesso maniaco; così come una donna, poetessa nel suo manicomio, ritornava, guarendo, la più prosaica delle massaie (p. 207).
      Un monomaniaco di Bicêtre si doleva, con questi bel versi, della sua triste prigionia (Moreau):
     
      Ahi le poète de Florence - N'avait pas dans son chant sacré
      Revé l'abîme de souffrance - De tes murs, Bicêtre exécré.
     
      Esquirol racconta come un maniaco, durante il periodo acuto del male, inventasse un cannone che venne adottato.
      Morel curava un pazzo, soggetto a vere ebetudini intermittenti, prima delle quali componeva delle belle commedie.
      Un altro pazzerello curato dal Verga, avea fantasticato, nel e pel suo delirio, con molto ingegno, se non con verità, l'etimologia di Senavra, da Sen-avrà; un medico, figlio d'un grand'uomo, colpito dalla follia, inventava, con molto ingegno, e, non dirò, per onore dell'armi, giustezza, che farmacia deriva da far-marci e medico da ocidem.
      G. B., nipote di un celebre letterato, ammattito (mania), un giorno che gli prescrissi un decotto di camomilla, la medicina notoria delle comari: "Vedi, esci a dirmi subito,
     
      Vedi Tiresia che mutò il sembiante,
      Poichè di maschio femmina divenne".
     
      M. G., negoziante, melanconico, da uno dei compagni chiamato col titolo di conte: "Che conte - rispose, - dei conti ne ho fatto molti, ma erano conti di quattrini; conte non sono punto".
      Perchè non mi vuol dar la mano, diceva io, una mattina, alla signora M... (follia morale), è forse meco in collera?


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





Winslow Bicêtre Moreau Florence Bicêtre Verga Senavra Sen-avrà Tiresia