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      Ma insieme a questi teneva altri discorsi, per lo meno bizzarri. "So, per es., che si vuol trovare un delitto nei miei discorsi, e ciò per invidia; ma, grazie al Cielo, tre cose consumano i miei nemici: la lussuria, l'invidia e il fuoco" (7). Parole queste due ultime che furono applaudite, ma che viceversa poi io non comprendo, l'ultima in ispecie, e che credo fossero applaudite appunto perchè non comprese, come accade a molti oratori di piazza in cui il suono reboante e vuoto supplisce all'idea - ed accatta, anzi, meglio, gli applausi.
      Il fatto è che nell'alta società egli passava per uno di quegli alienati, allora ricercatissimi per sollazzare le brigate (8). E i nobili, i Colonna in ispecie, se lo rubavano l'un l'altro, ed egli parlava loro delle glorie del suo futuro governo: "E quando sarò re, imperatore, farò guerra a tutti voi, farò impiccare il tale, e decapitare il tal altro". Nessuno di essi egli risparmiava, e li designava uno ad uno, faccia a faccia, e intanto a nobili e a plebei seguitava a parlare del buono stato e di sè che voleva esserne il restauratore (9).
      E qui apro una parentesi. Si disse (dal Petrarca in ispecie) che egli fingesse la pazzia, che fosse un secondo Bruto; ma quando noi lo vedremo crescere man mano nelle pompe, nel lusso, negli stranissimi simboli e vestiari quanto più procede innanzi nella carriera politica e dopo conseguito il potere, esagerandoli anzi sempre più, non abbiamo più alcun dubbio che egli non già fingesse, ma, scusate il bisticcio, fungesse da alienato: che fosse, allora insomma in carattere, e non lo simulasse.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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