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      294).
      E quando ormai era destituito d'ogni potere e profugo e prigione, ci si rivolgeva al prosaico Imperatore Carlo IV, comunicandogli (come vedremo) con tutta sicurezza i suoi sogni, come fossero avvenimenti reali.
      A Roma, dopo la sua prima caduta (e fu forse questa una delle cause della papale indulgenza), era ripullulato di nuovo il disordine, a cui aveva tentato inutilmente porre argine un tribuno, restato quasi ignoto, il Baroncelli; nè meglio vi riescì egli, ritornando ormai senza prestigio e senza quella baldanza giovanile, che, insieme all'eretismo maniaco, centuplicava le forze del povero letterato; e fu abbattuto dal popolo stesso. Poichè contro la forza naturale delle cose non valgono gli uomini, siano essi pazzi di genio od anche genii completi. - E non riesci a Parigi il Marcel, che disponeva di forze ben maggiori, e dell'alleanza colle campagne (Jacquerie).
      Demenza. - Ma egli del resto non poteva fare nemmeno i prodigi del genio pazzesco perchè era allora disceso alla vera demenza.
      Da uomo parco e sobrio che parve almeno nei primi tempi del suo governo, e per cui bisognava che si sforzasse per trovare il tempo di mangiare, era passato agli estremi opposti, all'orgia continuata, ad una vera dipsomania, che egli scusava cogli effetti d'un veleno che gli sarebbe stato propinato in carcere (12), e che noi invece crediamo l'effetto del progredire del male, perchè vediamo che era un fenomeno cominciato fino dai primi mesi del primo Tribunato (13), e perchè i veleni lenti rendono tabifiche, non grasse le loro vittime.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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