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      Noi vogliamo che vostra paternità sappia come avendo giudicati alcuni nobili legittimamente sospetti al popolo ed a noi, piacque a Dio che cadessero nelle nostre mani (e noi sappiamo com'egli li aveva invece invitati). Noi li abbiamo fatti chiudere nelle carceri del Campidoglio; infine i nostri scrupoli e sospetti essendo stati levati, usammo di un innocente artificio (sic) per riconciliarli non solo con noi, ma con Dio. Perchè noi procurammo loro la felice occasione di fare una devota confessione. Fu nel 15 settembre che noi inviammo a ciascuno di essi dei confessori nel carcere, e come questi ignoravano le nostre buone intenzioni e credevano che noi saremmo stati severi, dissero ai nobili:
      Il signor Tribuno vuol condannarvi a morte". La campana dei Campidoglio intanto suonava senza posa pel Parlamento; così i nobili spaventati si credettero perduti e attendendo la morte si confessarono devotamente e fra le lacrime... Io poi ne feci gli elogi, ecc.".
      Se questo può chiamarsi una felice occasione lascio al lettore il giudicarlo e giudicare se chi parla di ciò, anche in via diplomatica, come d'uno scherzo da nulla, possa dirsi un uomo d'integro senso morale.
      Notisi poi che, diplomaticamente, una simile scusa, specialmente coi preti, che, essendo ed usando del mestiere, se ne intendono e ne sanno il valore, non era solamente inutile, ma mutavasi, anzi, in accusa gravissima. Nè meno strana è la sua conclusione: "Con ciò i loro cuori sono talmente uniti al nostro e a quello del popolo, che questa unione dovrà durare pel bene della patria, perchè così vedono che noi siamo imparziali e non vogliamo essere rigorosi quanto il possiamo".


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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