Nella lunga epistola a Carlo IV (luglio 1350), dalla prigione, scrive a proposito di certi amori poco onorevoli di sua madre coll'imperatore Enrico VII (17)"Essa disse esserne gravida ad una sua amica in segreto; l'amica, segreta al modo delle donne, trovò un'altra amica in segreto (diremo noi ciarlona), a cui come in segreto raccontò la cosa, e la donna tenne alla peggio segreto il negozio, e così di segreto in segreto, si propalò la notizia, ecc.". (Cod. Pelzel, pag. 44-57).
Ora tutto questo giochetto sulla parola segreto trattandosi degli amori della propria madre raccontati ad un imperatore, in una lettera non confidenziale, è proprio pazzesco, e non è il solo; chè, poco dopo, fa un'altra pompierata sull'essere egli Tribuno-Augusto mandato dal Cielo in agosto all'Augusto Carlo (15 agosto, 1350, dal carcere), e gli viene narrando con bisticci doppiamente assurdi come egli, nell'idea che la madre di Severino Boezio discendesse dai re di Boemia (!!), chiamò Boezio il figlio e se stesso Severo; più ne addottava lo stemma delle sette stelle, tutte cose che proprio non avevano nulla che potesse interessare quel Re, nè giovare a lui, ma che hanno tutto il conio pazzesco.
E così quando gli scriveva di essersi persuaso, grazie alle profezie di quei tai Romiti di cui parlammo, che il secondo proprio innalzamento sarebbe molto più splendido del primo; come il sole lungamente occultato dalle nuvole appare più grato agli occhi degli spettatori. "Forse Iddio, giustamente sdegnato della nefanda ed inaudita morte del serenissimo di lui avo (Enrico VII), e delle perdite d'anime e corpi sofferte dal mondo per la vacanza dell'impero, aveva fatto nascere Cola a vantaggio di Carlo, elettolo a ristabilire l'impero, ed aveva disposto che fosse battezzato in Laterano nella chiesa del Battista e nel lavacro di Costantino perchè divenisse precursore dell'Imperatore, come Giovanni lo era stato di Cristo.
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