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      E quel Re gli rispondeva con molto buon senso "Cola dover consolarsi della sua sorte colla sentenza della Bibbia, che tutta la legge dipende da due precetti: amare Iddio sopra ogni cosa ed il prossimo come se stesso. Se qualcuno deve essere punito, ne lasci a Dio il còmpito; Cristo ci avverte di guardarci da quelli che ci vengono in veste d'agnello e son lupi. Perciò ti ammoniamo di desistere dagli ignoranti eremiti, i quali credono camminare nello spirito di umiltà, senza che possano nemmeno resistere ai loro peccati, e salvare le loro anime, e che fantasticano di sapere i secreti arcani e di governare in ispirito tutto che sta sotto il cielo, e se anche cominciano coll'apparenza dell'umiltà, mirano sempre più alle cose terrene che alle celesti. Laonde, amando noi Dio di tutto cuore ed il prossimo come noi stessi, per amor di Dio, ti abbiamo fatto imprigionare come autore di zizzanie e poi per amore dell'anima tua, per curarla".
      E più tardi "smettesse quelle stramberie, e qualunque fosse la sua origine, pensasse che tutti siamo creature di Dio, figli di Adamo e fatti di terra, ecc.".
      Curiosa lezione di democrazia data da un re Boemo ad un ex-tribuno di Repubblica italiana!
      Ma non gli servì, e quando, dopo tante sventure, riebbe una larva del pristino potere, grazie a denari carpiti con una vera truffa, ne avvisava pomposamente Firenze, aggiungendo: "che le donne, i ragazzi, i maschi, i chierici, i laici gli erano andati incontro con palme e olivo e trombe e grida di evviva".
      Quei discorsi sembrarono così bizzarri, che il Re Zeffirino non possedendo i documenti poco sopra riassunti, dichiara falso il Polistore che vi accenna (19), fondandosi sul fatto che con tali pazze ed eretiche idee il Petrarca non avrebbe osato difenderlo, nè l'Imperatore l'avrebbe potuto favorire un solo momento, nè il Cola avrebbe potuto scrivere al cardinale Guido di Bologna, protestandosi innocente, e domandando di essere mandato al Pontefice, o essere ammesso al sacro Ordine Gerosolimitano, e che ad ogni modo avrebbe dovuto esserne fatta menzione in quei quattro capi d'accusa indettigli ad Avignone conservatici dall'Hoxemio, cap.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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