Il suo coraggio passava all'eccesso e poi si mutava in fiacchezza. La sua furberia era fondata sulla sua semplicità.
Credendo che il mondo reputasse vero tutto ciò che egli inventava anche fuor di senno, ne profittava per mettere in pratica le sue chimere più strane, e finiva per crederle egli stesso.
E così la sua ipocrisia partiva da una pazza sincerità, che gli faceva prendere per ispirazioni divine le bizzarrie che gli passavano pel capo. Del resto, era ambizioso fino a concepire il disegno di una monarchia universale: eloquente così da imprimere le sue idee nello spirito degli altri, non distingueva, o fingeva non distinguere, gli applausi ironici dai veri; conoscitore della storia antica, zelante a parole, e anche a fatti, della giustizia, ma in fondo artificioso e interessato, faceva servire ai proprii interessi ciò che immaginava di buono ed utile pel pubblico. Pazzo fino alla stravaganza, e sensato fino alla esagerazione della saggezza: nato pure per governare, ma non per governare a lungo, atto a fare una rivoluzione e iniziare un governo tirannico, non a conservarlo; insomma, uno di quegli ingegni che Dio manda, ogni tratto, per essere il flagello o la felicità dello Stato".
È più che non occorra questo giudizio per l'alienista! - Oh! se le nozioni psichiatriche son così scarse ora fra gli uomini di Stato ed i letterati, che non vedono la pazzia se non nella pretta demenza, quanto meno lo dovevano essere nel tempi antichi, in cui la psichiatria non era ancor nata e i pazzi erano o stregoni, o stregati, o profeti!
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Dio Stato Stato
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