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      L'opinione pubblica si è falsata, di poi, in proposito di Cola, grazie alla famosa ode dello Spirto gentil di Petrarca, che ora si provò non essere stata a lui dedicata, e dove infatti elogiava il suo più tenace nemico, il Colonna; gli è verissimo però che malgrado fosse legato col Clero d'Avignone e amicissimo dei nobili romani suoi avversari, Petrarca vide in lui un ideale di eroe classico; e lo inneggiò nelle sue lettere destinate già prima alla pubblicità, presso a poco come qualche democratico in guanti gialli inneggia, tra un pollo ed un tartufo bene ammanito, alle teorie di Lassalle e di Marx (20). Ma gli era, sempre, un amore assai platonico, come quello sì poco consistente per Laura.
      Infatti la passione politica non passa mai oltre all'invio di lettere e di commendatizie, salvo quando si dispose a mettersi in viaggio per vederlo di persona ed è notò che egli, poi, s'arrestò, a mezzo cammino, a Genova.
      Il De Sade (Vie de Pétrarque, III, 317) osserva che in quell'anno in cui egli pareva tanto preoccupato di Cola, scrisse il maggior numero dei canti a Laura. Ed egli, il fautore di Cola, ha un gran numero di sonetti pei suoi più implicati nemici, i Colonna (il n° 30, 71, 45, 52, 77, 82, 281), e pone anzi la loro amicizia a lato dell'amore di Laura (227, 229). - Evidentemente la politica gli permetteva delle divagazioni, e di molte!
      Quando lo seppe prigioniero in Avignone, è vero, scrisse ai Romani perchè si adoperassero in suo favore, il che essi non fecero: ma la lettera non era, come egli stesso confessa, firmata, il che proverebbe che l'entusiasmo non giungeva fino all'imprudenza.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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