Non capii bene se madre o nonna fu aia del cardinale della Genga. Suo padre, però, fu, a quanto egli dichiara, repubblicano e amico di Ciceruacchio; sicchè ad ogni modo egli nacque e visse in mezzo a gente oscillante, a vicenda, a pochi anni di distanza dall'una all'altra bandiera. Chè questo padre, già repubblicano, e colpito da censure pontificie, fu egli che, a suo dire, obbligollo, nel 49, a servire nelle truppe papali.
Questa contraddizione si rinnova, direi atavisticamente, in tutta la vita sua. Sono repubblicano, dice egli, come mio padre - e certo è che già nel 48 fu tra i patrioti volontari; ma nel 49, come già toccammo, egli serviva come sott'ufficiale dei dragoni nell'esercito del Papa, e vi servì, vuolsi, dodici anni. Ora la leva non essendo nello Stato pontificio, la milizia non eravi obbligatoria; e si poteva, ad ogni modo, una volta ingaggiato, uscirne volontariamente con dimissione, che certo il governo pontificio sarebbesi affrettato ad accettare quando avesse avuto dubbi sulla sua fedeltà politica. Che se anche ciò egli non avesse potuto conseguire, per lo meno non avrebbe dovuto durare in un grado di fiducia; nè si capisce come, con un patriottismo quale il suo, e nell'età in cui le passioni tutte, e più le politiche, sono nel massimo dell'energia, egli non tentasse sottrarsi a quella sorte durissima, con la fuga in Piemonte; e solo si sfogasse con certe sue piattonate contro i Francesi, di cui mancano i documenti, non avendo certo avuto premura di fornircene di autentici chi le ricevette, e neanche.
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