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      Mettiamo, per esempio, che in uno slancio d'umanitarismo, il quale non sarebbe poi troppo alieno dalle abitudini retoricamente leguleie dei nostri legislatori, mettiamo, dico, che a quella dozzina di Danakili che fan mostra di essere sudditi nostri sulle spiagge di Assab, si dia il voto e la eleggibilità, non perciò potreste pretendere che, nominati, essi vi parlino il linguaggio della Crusca e adottino le riserve, i sottintesi e le sordine che acquista la parola, passando nei profumati e femminei salotti politici della capitale!
      Fatto è che il nostro povero tribuno finì, poi, col sentirsi un pesce fuor d'acqua alla Camera, e, temendo che l'insuccesso parlamentare finisse per estendersi anche a quello della piazza, approfittò cavallerescamente di un momento in cui il ritirarsi lo esponeva al rischio di subire una condanna per una delle solite sue offese personali, e si dimise da deputato.
      Certo egli sperò, anche, che il popolo l'avrebbe ricondotto all'ambitissimo seggio, che egli s'era in poco tempo sciupato e, ve l'avrebbe rimesso in carreggiata; ma la memoria del popolo è labile sempre; ed egli, il povero tribuno, non avendo da offrirgli un secondo attentato nè un secondo martirio, non fu rieletto, cadde vescica svesciata.
      Peggio anzi; fu abbandonato da coloro che ne avevano cavato il loro prò, nè avrebbero potuto più oltre sfruttarlo - anche perchè la sua mattìa era proceduta assai più in là della linea da loro assegnatagli, e, novello Ruy Blas, avea presa troppo sul serio la pretesa missione, sicchè s'era mutato da manico in coltello, anzi in accoltellatore.


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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