Quanto alla violenza, non enumererò gli insulti ad A. Mario, al Sirtori, al Sonnino, al Zanardelli, che l'Italia tutta riconosce per intemerati: al Vassallo, ch'egli pretende aver perduto i diritti civili e politici (!!); mi basterà questa frase diretta contro al venerando Fabrizi, innanzi alla cui onorata canizie avrebbe dovuto sentirsi almen più modesto l'ex-dragone papale: "Voi siete venuto a cacciarvi fra le ruote del mio carro che stritolerà tutti voi, l'Auriga passerà trionfante schiacciandovi senza misericordia".
Lo stile mattesco, che gode delle ripetizioni, delle rime, spicca nelle frasi: "Ho lottato, lotto, lotterò fino alla fine, dovessi finire questa lotta col sacrificio". - E nell'altra: "Eccovi, provatevi la repubblica spogliatrice che vuole lemme lemme - affari - e sempre affari - milioni - milioni - e milioni".
E nei Framagnoni per Framassoni; e la Passera (un congiurato) passerà; e nel Pericoli è in pericolo,
Sì, noi assistemmo agli insulti di una stampa mercenaria che ha il coraggio di scrivere insulti sopra insulti, menzogne sopra menzogne, infamie sopra infamie, senza pur un'ombra di verità
. - E in "Lombroso pazzo curatore di pazzi, ecc.".
Spicca ancora in alcune frasi di suo conio, stereotipate, ripetute le centinaia di volte, come per esempio Giraffa, troglodite e i guenoni, applicate ai suoi nemici, che non hanno in fondo nessun significato nemmeno odioso; e nell'intitolazioni strane de' suoi articoli; come le cannonate di Coccapieller e quei birri di Napoleone III che egli applica ad individui che non avevano avuto il più lontano rapporto con Napoleone, individui che lavorarono a pro o contro del paese quando Napoleone era non solo caduto dal trono, ma perfino sepolto e dimenticato.
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