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      Nel 1880 prese a patrocinare una causa, in parte giusta, contro il Baccelli, che pure essendo liberale, aveva commesso un atto, apparentemente dispotico, contro alcuni giovani studenti sardi che si dichiaravano repubblicani; la ragione l'aveva lui: ma i modi suoi erano tali da dargli completamente torto.
      Ed allora cominciava una iliade, in parte grottesca, in parte tragica, contro tutti coloro che non lo favoriscono, in ispecie il Baccelli, e contro tutti, anzi, i Ministri precedenti.
      Demolì Presidi e colleghi, provocò dimostrazioni, sicchè la Facoltà nel 1882, quando egli fu sospeso, e, pare, a torto, temendone il ritorno, lo dichiarò incompatibile colla dignità del Corpo, a cui era aggregato, ed egli allora voleva che i colleghi fossero deferiti al Consiglio Superiore; pretendeva soddisfazioni dal Ministro, eccitava i giovani a dimostrazioni in suo favore. Chiamato a dar spiegazioni dei suoi atti e scritti in seno alla Facoltà, esce in ingiurie tali da parer un pazzo furioso.
      Poco dopo, stampa insulti contro il direttore del giornale La Luce, e quando questi gli manda poi due padrini, egli si mise a gridare: "Canaglia, assassini, sono percosso, assassinato"; li percosse, ferì e chiusili in casa, andò alla pubblica sicurezza a denunciarli come assassini.
      Il Ministro della Pubblica Istruzione, preoccupato di questi disordini, invitò il Rettore a convocare i professori dell'Università in assemblea generale perchè si pronunziassero in proposito.
      A questa assemblea non solo interviene egli, ma pretende assumerne la presidenza, e nel momento della votazione rovescia calamai, tappeti e libri addosso ai colleghi, e poi gridando: "Ammazzerò tutti", tenta di spegnere i lumi dell'anticamera, sicchè l'assemblea decreta "che sia allontanato un professore, che insulta tutto e tutti, che pubblica libelli la cui violenza non è neppure raggiunta dalla stampa più avventata, che mette il disordine nell'Università e reca onta all'onorato ufficio suo con degradanti umiliazioni, non meno che con spavalderie da pazzo furioso".


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Tre tribuni studiati da un alienista
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori
1887 pagine 171

   





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