Nelle lettere sue, poi, si notano numerosi poscritti e sottolineamenti moltiplicati, e la scrittura serrata che segnalano così bene gli scritti degli alienati.
Il Sandon è di costituzione vigorosa: il suo viso porta l'impronta d'una certa interna sofferenza, ha carnagione pallida, lineamenti ordinariamente contratti; egli porta spesso la mano al capo, e con un magistrato si lagna di sentirsi il cervello rosicchiato dai topi. È affatto incolto nell'abbigliamento, nè la sola povertà può giustificare la sordidezza e l'abbandono della persona. La sua parola è facile e prolissa, ma incoerente. Egli non risponde mai, direttamente, ad una questione, e per toccare fatti più recenti, comincia dal raccontare la vita passata e circostanze affatto estranee alla domanda.
Un giorno prega uno dei capi del Consiglio dell'Ordine degli avvocati di venirlo a visitare a Mazas; appena esso viene, lo prende per una spia; poi pretende che egli stia per inserire in un giornale belga una nota contro di lui, nota che egli stesso aveva scritta, ecc.
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Ma quella forma non è la sola. Già il Mignan ha dimostrato che parecchi deliri s'innestano l'uno sull'altro, e Sbarbaro ne è un esempio singolarissimo. Due o tre forme di alienazione s'abbarbicano cosi intorno al ceppo dei mattoide persecutorio, che ne fanno quasi del tutto scomparire le linee essenziali.
E prima di tutto abbiam veduto come l'affettività ed il senso morale siano in costoro, quasi sempre integri, anche più vivi che negli altri. Ora se questo poteva dirsi di Coccapieller e di Sbarbaro giovane, non può pila dirsi di lui specialmente in questi ultimi anni (31). Senza voler entrare nei sacrarî domestici che van sempre rispettati, gli affetti figliali e coniugali, di cui mena tanto scalpore come sempre chi ne difetta, non furono in lui che un'eruzione intermittente.
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