5. L'uno, solo e quasi inerme, fu minacciato nella vita da più uomini armati: si difese, e fu poscia, nè pare sempre giustamente, messo in prigione; e quindi al prestigio della forza s'aggiunse l'aureola del martirio.
Liberato grazie al voto popolare, potendo, come tanti altri, godersi l'impunità di nuovi reati sotto la corazza del deputato, se ne spogliò. - Fu in carcere di nuovo, e vi stette non poco. - Ora alcuni di quei reati non parvero a' suoi partigiani corrispondenti alla gravità della pena, tanto più dopo che alcune accuse, tenute per calunniose, vennero confermate da un nuovo processo. Anche dello Sbarbaro il popolo pure ammetteva i reati, ma trovava esagerata la pena, così da parere, quel che certo non era, l'effetto d'una vendetta.
6. Il Coccapieller è Romano, e il popolino di Roma vi vede tanto più il suo rappresentante, perchè egli abilmente seppe vellicare, piaggiare quel sentimento municipale che batte in tutte le città latine, ma più di tutte, e non a torto, nell'antica capitale del mondo.
7. Si trovò che i suoi, spesso, coincidevano cogli avversari di una setta, se così può dirsi, nobilissima, i massoni di alcune parti d'Italia - e con quelli di un troppo noto pubblicista che, insieme ad un giovine dotato di un cognome caro all'Italia, si fecero della sua penna un'arma per le proprie vendette.
8. È un fatto curioso che tutti e tre questi fenomeni psichiatrici sono un diretto prodotto della più o meno seria coltura classica.
In Cola l'erudizione, sbagliata se vuolsi, delle antichità di Roana, è il punto di partenza del delirio ambizioso e dei giganteschi suoi tentativi che avevano invero tutta l'impronta della grandezza romana.
| |
Sbarbaro Il Coccapieller Romano Roma Italia Italia Cola Roana
|