A voi, poi, ho voluto dedicare questo volume con cui chiudo i miei studi sulla degenerazione umana - come all'amico più sincero nella triste corsa della vita scientifica - e come a colui che più di tutti ha cavato frutti fecondi dalle nuove dottrine, che ho tentato introdurre nel mondo scientifico.
Torino, Luglio 1896.
C. LOMBROSO.
PARTE I
EZIOLOGIA DEL DELITTO
CAPITOLO I.
Meteore e Clima. - Stagioni. - Mesi. - Caldi eccessivi.
Non vi è delitto che non abbia radice in molteplici cause: che se queste molte volte s'intrecciano e si fondono l'una coll'altra, ciò non ci impedisce dal considerarle, obbedendo ad una necessità scolastica o di linguaggio, una per una, come si pratica per tutti i fenomeni umani, a cui quasi mai si può assegnare una causa sola, scevra di concomitanze. Nessuno dubita, ormai, che il colèra, il tifo, la tubercolosi s'originino da cause specifiche; ma pure, chi può negare che, oltre queste, vi influiscano tante circostanze - meteoriche, igieniche, individuali, psichiche, da lasciare, sulle prime, nel dubbio della influenza specifica anche i più provetti osservatori?
1. Temperature eccessive. - Importantissime fra le cause determinanti d'ogni atto biologico sono le meteoriche: precipua fra queste è l'azione del calore: così la Drosera Rotundifolia, esposta all'acqua a 43°,3" s'incurva e si fa più sensibile all'azione delle sostanze azotate (Darwin, Piante insettivore): ma a grande temperatura a 54°,4' non presenta più alcuna flessione, i suoi tentacoli temporariamente si paralizzano; lasciati, poi, nell'acqua fredda si ritendono.
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