Invece esso ha una celebrità infame e i suoi abitanti sono considerati nei dintorni come dei ladri, dei briganti, degli assassini. Questa nomea non data da ieri: nelle cronache italiane del Medio-Evo si trova spesso il nome d'Artena, e la sua storia si può riassumere in una lunga serie di delitti.
Si può giudicare della gravità del male dalla seguente tavola statistica:
Numero annuo dei delitti
(ogni 100.000 ab.).
DELITTI anni 1875-88 Anni 1852-88
ITALIA ARTENAOmicidi, assassinii e furti con omicidio 9,38 57--
Ferimenti 34,17 205--
Grassazioni 3,67 113,75
Furti semplici e qualificati 47,36 177--
Da cui appare che si distingue per un numero di ferimenti, omicidi ed assassinii sei volte maggiore di quello della media dell'Italia e per un numero di grassazioni trenta volte maggiore di quello della media dell'Italia. E ancora queste cifre non danno un'idea della ferocia ed audacia dei delinquenti Artenesi. Per rendersene conto, bisognerebbe descrivere tutti i delitti, bisognerebbe vedere come si assassina di pieno giorno sulla pubblica piazza, come si strangolano i testimoni che osano dire la verità ai giudici!...
Le cause, secondo il Sighele, sarebbero il carattere degli abitanti e l'influenza esercitata dai cessati Governi, che produssero altrove brigantaggio e camorra: l'impotenza dell'autorità a colpire i colpevoli pel silenzio dei testimoni, comprati o impauriti, ma sopratutto l'eredità. Studiando, infatti, i processi intentati contro gli Artenesi dal 1852, Sighele vi ha trovato sempre gli stessi nomi: il padre, il figlio, il nipote si seguivano a distanza come spinti da una legge fatale.
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