Nella Sardegna poi vi è nella criminalità delle due provincie di Sassari e Cagliari quel contrasto che già si nota nel tipo degli abitanti come nelle manifestazioni della loro vita economico-sociale. Il nord ha l'agricoltura e l'industria più sviluppate, il sud ha le miniere presso Cagliari, Iglesias, ecc.
Etnicamente si sa che la provincia di Cagliari è più decisamente fenicia e che in quella di Sassari è pure notevole l'elemento spagnuolo (colonia d'Alghero); e ciò forse concorre colle condizioni economiche a determinare la maggior frequenza di furti qualificati e reati contro la fede pubblica nella provincia di Cagliari e la maggior intensità di omicidii semplici e qualificati e di grassazioni con omicidio in quella di Sassari (Ferri, o. c.).
Viceversa l'infanticidio tutto affatto occasionale dà cifre inferiori o poco diverse dalla media del Regno (11 reati denunciati per 1 milione d'abitanti) nelle Corti d'appello di Palermo (8,9) e di Napoli (12), che negli assassini invece dànno cifre (147 e 61) molto superiori alla media italiana (36): nelle Corti di Aquila (19) e Torino (15) l'infanticidio è relativamente molto più frequente che l'assassinio (36 e 7).
Così il parricidio dà, in contraddizione all'assassinio ed al rapporto etnico, una più alta frequenza nelle Corti di Aquila, Casale, Venezia ed una minore frequenza in quelle di Palermo e Cagliari.
Un altro esempio spiccato dell'influenza etnica è offerto dalla criminalità della Corsica, che, com'è noto, segna il massimo in Francia dei reati di sangue (eccettuati il veneficio e l'infanticidio), mentre nei furti, per esempio, dà cifre molto più basse.
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