Lo zingaro in qualunque stato o condizione si trovi, conserva la sua abituale e costante impassibilità, senza sembrar preoccupato dell'avvenire, vivendo giorno per giorno in una immobilità di pensiero assoluta, ed abdicando ad ogni previdenza.
Autorità, leggi, regola, principio, precetto, dovere
, sono nozioni e cose insopportabili a codesta razza stranissima (Colocci).
Obbedire e comandare gli è egualmente odioso, come un peso ed un fastidio. Avere gli è estraneo quanto dovere(28), il seguito, la conseguenza, la previsione, il legame del passato all'avvenire, gli sono sconosciuti (Id.).
Colocci crede che essi possedono degli itinerari speciali comuni agli evasi, ai ladri, ai contrabbandieri internazionali, che si segnalano con speciali segni simili agli Zink dei Tedeschi (Vedi Vol. I).
Uno dei segni più abituali per tali indicazioni, è il patterau di cui esistono due tipi: l'antico a tridente; il nuovo a croce latina.
Questi segni, fatti lungo il percorso della strada maestra, e tracciati col carbone sui muri delle case o incisi con il coltello sulla corteccia degli alberi, divengono mezzi convenzionali per dire alle future comitive di confratelli: Questa è strada da zingaro. Nel primo patterau la direzione è data dalle linee laterali, nel secondo dal braccio più lungo della croce.
I punti di fermata, o stazioni, li indicano collo Svastika misterioso, forse ricordo di antico simbolo indiano, forse embrione della nostra croce.
Quando vogliono partire dal luogo ove stanno - scriveva Pechon de Ruby nel XVI secolo - s'incamminano verso il lato opposto e fanno una mezza lega all'inverso, poi ritornano sulla loro strada.
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