Da una parte abbiamo i ricchi, i borghesi, che nella politica e negli affari vendono il loro voto, la loro influenza, e per mezzo dell'intrigo, dell'inganno e della menzogna, rubano il danaro del pubblico; dall'altra parte abbiamo i poveri, gli ignoranti, che nei complotti di anarchici e nelle dimostrazioni e nelle sommosse, tentano ribellarsi contro la condizione che loro vien fatta e protestano contro l'immoralità che scende dall'alto.
La prima di queste due forme di criminalità è essenzialmente evolutiva e moderna; la seconda è atavica, brutale, violenta. La prima è tutta di cervello e procede con mezzi d'astuzia, quali la appropriazione indebita, il falso, la frode: la seconda è in gran parte di muscoli e procede con mezzi feroci: la rivolta, l'omicidio, la dinamite.
L'Italia di questi ultimi anni ha pur troppo offerto lo spettacolo rattristante dello scoppio simultaneo di queste due criminalità. Abbiamo avuto nello stesso tempo in Sicilia il brigantaggio, le rivolte delta fame, cui una pietosa o interessata menzogna ha prestato altri nomi ed altri motivi, - e a Roma, collo scandalo bancario, le grasse immoralità delle classi ricche.
Noi vedemmo nei vol. I e II gli esempi della criminalità sanguinaria speciale e associata al Medio Evo.
Perchè, qualcuno chiederà: "Se in tempi antichi le associazioni criminose esistevano dappertutto, perchè la pratica loro si conservò solo in alcuni paesi (Napoli), e si spense negli altri?" La risposta è trovata pensando alle condizioni poco civili del popolo e del governo soprattutto, che manteneva e faceva ripullulare quella barbarie, prima e perenne sorgente delle malvagie associazioni.
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