92), Chi esamina le belle carte grafiche, pubblicate dal Bodio nell'Italia Economica, trova un parallelismo tra il numero dei delitti contro le proprietà, la densità della popolazione, e la coltura. - Così Milano, Livorno, Venezia, Torino offrono un maggior numero di reati contro la proprietà, uno minore di ferimenti, e presentano la maggiore densità della popolazione, e più scarso numero di analfabeti. -
Le Calabrie, gli Abruzzi, la Sicilia, Roma, con molti analfabeti, danno le cifre massime di reati contro le persone. Faremo eccezione per Napoli e Palermo, che con grande densità di popolazione e con un numero notevole di analfabeti, sono ricche di reati dell'una e dell'altra classe; e Bari e Lecce, Benevento e Lucca, che con popolazione abbastanza densa scarseggiano dei reati contro la proprietà, e Catanzaro e Caltanissetta che sono in condizioni inverse.
Ma le molte eccezioni in Italia, su cui ritorneremo, non fanno meraviglia, stante che in alcuni paesi non è ancor ben precisato il limite dove cessava la barbarie, e non si è fermata ancora l'oscillazione ed il perturbamento indotto dai grandi avvenimenti politici.
Che la civiltà non possa fare di più, che essa non possa altro che cambiare l'indole, e forse accrescere il numero dei delitti, per quanto spiacevole, sarà facile a comprendersi, da chi ha veduto, quanto poco giovi alla difesa e quanto più all'offesa la progredita istruzione.
Ed alle ragioni toccate qui, vanno aggiunte altre di ordine diverso.
La civiltà, grazie alle ferrovie, alle concentrazioni burocratiche, commerciali, ecc., tende sempre ad ingrandire i grossi centri, ed a popolare sempre più i capo-luoghi.
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