Ma nel complesso quell'antagonismo predomina; così il centro di Parigi con una parte della Champagne e Normandia e tutti i dipartimenti mediterranei, tolto Gard, offrono un abbassamento brusco di natalità, e un innalzamento brusco di criminalità (Joly).
Così dice Guy, in Tarn e Garonne senza comunicazioni, poverissimi, senza risorse, vedi aumento di popolazione e meno delitti, mentre le comuni ricche e fertili si spopolano rapidamente e hanno più delinquenti e più immigrazione (Joly).
Viceversa, Bretagna, Cher, Senna, Drôme, Vienna, Vandea hanno più figli legittimi, e meno delitti e più matrimoni e non tardivi.
Tutto questo è in rapporto non tanto colla natalità, come coll'emigrazione esterna che ne corregge i vuoti, e, come vedremo fra poco colla ricchezza, e ancora coll'avarizia che vien dalla ricchezza (Vedi Cap. VIII).
Ma quanto vi possa l'immigrazione ce lo mostra il fatto che noi troviamo la legge inversa in Italia che non ha immigrazione, ma anzi emigrazione nel rapporto del 193 per 100.000 abitanti per anno(64).
Infatti, nei paesi nostri più celebri per criminalità, e anche per povertà, notasi quasi sempre il massimo della nascite. Difatti, durante il dodicennio 1876-88, per ogni 1000 abitanti, si sono avute annualmente, in media, nell'Italia meridionale e insulare 40 nascite, e solo 36 nelle altre parti d'Italia insieme considerate.
Così in Sicilia, alle 4 provincie più funestate da omicidii(65): Girgenti, Trapani, Caltanissetta, Palermo, corrisponde 3 volte il massimo di nati,
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