Sicchè, se deve darsi opera a estendere l'istruzione alfabetica, anche forzatamente, fra il popolo, non deve incoraggiarsi, punto, nelle case penali, dalle quali converrebbe pure togliere(115) l'apprendimento di quelle arti, p. es., del fabbro, del litografo, del muratore, che possono favorire alcune delinquenze (Vedi vol. I, pag. 478).
Senza dubbio la istruzione alfabetica che si dà nelle carceri di Francia, Sassonia, Svezia spiega le cifre notevoli di falsi che si commettono dai recidivi.
Nè io saprei spiegarmi se non colla introduzione delle scuole carcerarie, che aumentano i contatti fra i discoli, ne acuiscono le menti e raddoppiano le forze e tolgono i vantaggi del silenzio e dell'isolamento, il gran numero dei nostri recidivi istrutti, tanto più che la statistica ci rivelò nei recidivi una cifra quasi doppia (67,40) di reati contro la proprietà, in confronto dei delinquenti non recidivi (28,47%), e inferiore di un quarto circa (40,13 per 32,54) di delitti contro le persone; aumentarono, dunque, fra essi probabilmente i delitti in cui occorre la cultura, e di altrettanto scemarono quelli, dove entra la violenza. Oserei dire perciò che, in buona parte, la scuola carceraria entra a fattore nell'accrescimento della criminalità - almeno fra i recidivi - che si osserva in molte regioni civili(116).
E qui mi farò forte della opinione di Dante:
Che dove l'argomento della menteS'aggiunge al mal voler ed alla possa,
Nessun riparo vi può far la gente.
(Inf., XXXI).
e d'un altro grande osservatore dallo sguardo felice:
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