Riassumendo sintenticamente le sue numerose ricerche troviamo:
1° Mentre in corrispondenza al maggior sviluppo industriale si nota un miglioramento della criminalità più grave contro la proprietà, quando si cominciano a verificare delle crisi, la delinquenza contro la proprietà diventa in certo modo stazionaria aumentando nelle sue forme più lievi. Alla crisi, fattasi acuta specie nelle regioni minerarie nel 1885, segue un aumento di grassazioni, di furti qualificati e di quasi tutti gli altri reati contro la proprietà. I falsi però e i reati contro il commercio non risentono nulla delle crisi industriali.
Le crisi commerciali del pari che le prospere vicende non fanno sentire la propria influenza altro che su i reati contro il commercio, escluse le bancherotte fraudolente che sembrano indipendenti affatto dalle vicende economiche.
Infatti le vicende cattive del commercio delle annate 1875, 1877, 1878, 1879, 1880, 1884, 1885, 1886, 1888, 1889, non esercitano una influenza certa sul furto, sia semplice che qualificato, il quale ultimo si vede aumentare da 134 a 153, 184, 172, 196 nelle cattive annate dal 1876 al 1880, da 105 a 111, 122, nelle cattive annate dal 1887 al 1889; ma diminuire da 131 a 116, 115, 116, durante le crisi del 1884, 1885, 1886, senza dar poi mai una coincidenza di massimi e minimi.
Incerta anche è l'influenza sugli omicidi in cui vediamo corrisponderenel 1875, annata cattiva, un minimo di omicidi qualificati 4,00,
e nel 1879 " pure " un massimo " " 6,54.
| |
|