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      1887 1888 1889
      56,34 57,45 56,00 indigenti;
      29,99 30,77 32,15 col solo necessario per vivere;
      11,54 9,98 10,13 mezzanamente agiati;
      2,13 1,80 1,72 agiati e ricchi; dati che si accordano con quelli pubblicati da altre statistiche attendibilissime, dal dott. Guillaume, dallo Stevens, dal Marro(149), ecc. ecc. e che mostrerebbero un'enorme sproporzione del delitto nei poveri in confronto ai ricchi.
      Prima di lasciarsi trascinare da queste cifre che sembrano esser recisamente contrarie all'influenza malefica della ricchezza bisogna ricordare, che, come giustamente osservava il Marro, in carcere non giungono con eguale facilità tutti coloro che offendono le leggi sociali, perchè a favore del ricco stanno l'influenza delle sue ricchezze, le aderenze di famiglia, le relazioni sociali e l'elevata cultura mentale, le quali spesso riescono a salvarlo dalla prigione, o almeno gli procurano validissimi mezzi di difesa; ed abbiamo già veduto come nei manicomi privati (dove vanno solo i ricchi) abbondano quei pazzi morali che mancano nei manicomii pubblici e nelle carceri - ciò che vuol dire che la ricchezza aiuta a mettere in chiaro la patologia del reo-nato, mentre la povertà l'abbuia. E nella lotta secolare di classe la giustizia è adoperata dal ricco come stromento di potere e di dominazione contro il povero che è già a priori condannato e condannabile solo come tale: poichè le classi elevate sogliono usare il proverbio: Povero come un ladro, e ahi! quel ch'è peggio, spesso invertirlo.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





Stevens Marro Marro Povero