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      Siamo giusti, e confessiamo una volta che certe istituzioni che si vantano le più liberali, le più provvide e democratiche, tornano troppo spesso a danno del popolo, e si direbbero, guardando agli effetti, escogitati a favore della borghesia.
      Ricordiamo il Verlicchi, ricco proprietario, che con un colpo di fucile uccise il colono mentre lavorava nel suo cortile, e i giurati assolsero come affetto da momentanea pazzia; e il Muratori omicida del suo cocchiere, condannato una prima volta alle Assise, e la cui pena fu ridotta quasi ridicolmente in un secondo giudizio, grazie alla difesa di un collegio di avvocati e di periti. Ben altra sarebbe stata la sorte del cocchiere, se invece di essere restato vittima avesse ammazzato il prepotente padrone.
      E ancora nel richiedere la condanna di ladruncoli non può non lacrimarci il cuore a confronto della criminalità spudorata e impunita degli svaligiatori della Banca Romana
      .
      Parole sante ma che pronunciate da un altro potrebbero esser scontate col carcere, tanto ahi! è giusta la giustizia d'Italia!
      S'aggiunga che molti reati oggidì eziandio non vengono denunziati se commessi in talune classi pericolose ma potenti: tra camorristi, mafiosi, barabba. E basta esser camorrista per non esser più indigente.
      Riassumendoci: il fattore economico ha una grande influenza sulla criminalità, non già perché la miseria ne sia la causa precipua, influendovi quanto questa la ricchezza eccessiva o troppo rapidamente acquistata, o quando, subendo crisi, espone doppiamente alle tentazioni del bisogno chi s'era abituato al benessere.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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