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      .., saputosi diseredato da questo, si uccise, lasciando un testamento dove scriveva: "Non si accusi nessuno della mia morte; io mi uccido per fuggire i nemici insopportabili, procacciatimi dalla mia sciocchezza, e per non essere stato abbastanza in guardia contro la furberia di certa gente.
      Le due amanti di Ren..., che gli diedero una prole di degenerati, erano Z..., moglie d'un carnefice, da cui nacque una femmina morta tisica a 24 anni e F...., pure maritata, cui l'opinione pubblica accusava di avere avvelenato il marito!
      F..... ebbe 5 figli, dei quali 2 dal marito e 3 dall'amante. I figli avuti dal marito furono:
      1. Z..., che visse separata dal marito, era una mattoide querulante; tutto era per essa occasione di far questioni: ma perdeva regolarmente i suoi processi; ebbe parecchi amanti, un oratore, tra gli altri, di gran talento da cui ebbe parecchi figli, uno dei quali poeta, un pittore, ecc., celebri.
      2. Fi..., proprietaria d'un postribolo; ha due figli, di cui uno cieco e affetto da paralisi del Parkinson.
      Tra i figli, che F... ebbe dall'amante Ren..., sono da notarsi:
      1. Em..., che, vegliando il cadavere del padre, si ubbriacava colla cognata, e ch'ebbe una figlia di condotta immorale; una nipote prostituta (a 15 anni) e ladra.
      2. Em..., contadino, tentò di suicidarsi strozzandosi; sposò una Fe..., donna estremamente dissoluta, nota per rapporti incestuosi col figlio maggiore, ladra in complicità con sua figlia, sospettata gravemente di aver ucciso il genero, ubbriacona; sua figlia la chiamava: Vecchia carica di delitti.


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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