2º Un giovane di 18 anni, lavoratore, economo, onesto, ma nervoso e caparbio e di carattere debole come il padre.
3º Una figlia adulterina di 15 anni, viziosa, beona e ghiotta. Frequenta gli spacci di vino e s'ubbriaca spesso. Ruba nelle vetrine dei droghieri.
4º Una giovane di 14 anni pigra, bugiarda, ladra, irascibile, ha la faccia costantemente contratta da un tic nervoso e la fisonomia non è che una smorfia continua. Senz'alcun rispetto per la famiglia, ella approfitta di notte del sonno della nonna per pizzicarle le gambe e vendicarsi in questo modo delle punizioni avute. È egoista, civetta, lasciva.
5º Un ragazzo di 8 anni, rachitico, scrofoloso, nervosissimo, irascibile. Prepotente, ha degli accessi con tendenza a rompere qualsiasi oggetto. È dolicocefalo e d'intelligenza comune.
6º Una figlia adulterina, morta a 16 anni di meningite.
7º e 8º Due ragazzi in tenera età
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Il Sighele ha studiato tutti i processi intentati contro gli Artenesi dal 1852, e vi ha trovato sempre gli stessi nomi; il padre, il figlio, il nipote si seguivano a distanza come spinti da una legge fatale. Nell'ultimo processo v'erano due famiglie, già celebri negli annali giudiziari: l'una di 7 persone, l'altra di 6: padre, madre e figli; non uno mancava. Sighele notava come si potessero ben ripetere a questo proposito le parole di Vidocq: "Il existe des familles dans lesquelles le crime se transmet de génération en génération, et qui ne paraissent exister que pour prouver la vérité du vieux proverbe: Bon chien chasse de race" (Arch. di psich., 1894).
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