L'eredità morbosa è quindi progressiva nel padre, regressiva nella madre. Lo stato morboso del padre tende a rinvigorirsi nei figli, specie nelle femmine; nelle madri invece s'indebolisce, sopratutto riguardo alle figlie. Quanto alla rassomiglianza, nelle famiglie malate essa presenta una prevalenza verso il padre, specie pei figli sani, sopratutto se maschi, mentre la somiglianza dei figli malati segue in genere fedelmente la distribuzione sopra accennata.
L'eredità morbosa dipende quindi da due fattori: il sesso del genitore malato e l'intensità dello stato morboso. I maschi ereditano da ambedue i genitori una maggior dose di eredità morbosa, ed hanno poi la tendenza a trasformare l'eredità funzionale in organica, mentre le femmine mostrano la tendenza opposta. Quest'influenza dei figli nell'assimilazione dello stato morboso, chiamato opportunamente da lui eredità passiva (per contrapposto alla eredità attiva, che sarebbe quella dei parenti), è pur'essa in stretto rapporto col sesso ed ha per ciascuno uno speciale carattere.
Concludendo: il tipo di sviluppo dell'organismo è costantemente fissato dall'eredità, nel dominio della quale entra pure il fenomeno della sessualità. I figli stessi hanno una funzione notevole nella manifestazione dell'eredità, in quanto che possono accettare più o meno attivamente la trasmissione dei caratteri ereditarii. L'eredità non si realizza a un momento dato e una volta per tutta la vita: essa si trova allo stato latente e si manifesta gradatamente durante tutto il
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