La tendenza al furto (continua il Locatelli) si manifesta nell'età più tenera - comincia con piccole sottrazioni domestiche e progredisce man mano. Invece gli assassini diventano tali tutto in un tratto ed anche in età giovanissima. Quindi si troveranno molto più facilmente degli assassini impuberi che non dei ladri novellini colti a scalare finestre
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Nelle carceri di Parigi non sonvi meno di 2000 minorenni, da 16 ai 21 anni. 996 per assassinio e furto, metà dei quali minori dei 16 anni. Gli assassinii commessi da questi giovani sono segnalati dalle ferocie più orribili. Maillot e Gille coi loro compagni uccisero la loro benefattrice, strapparonle coi denti le dita per averne gli anelli; in questa banda il più giovane aveva 15 anni, il più vecchio 18, in ognuna di queste bande vi era una ragazza appena nubile (D'Haussonville, L'enfance à Paris, 1876).
Vincent fino a 22 anni era onestissimo: a 22 vede l'orologio di un suo compagno e subito l'adesca a una passegiata e l'uccide e poi ritorna al giuoco dei dadi.
Pipino, Bagnis, Quarteri, Verzeni, Moro, Prevost cominciarono coll'assassinio. Prevost durante 21 anni fece servizio inappuntabile come guardia. Martin uccise la propria moglie, era sempre stato onesto. Carlo IX fu re crudele fin da bambino.
Criminalità, specifica. - Ogni età, però, come ben dimostrarono Quetelet, Guerry, Messedaglia, ha la sua criminalità specifica. La giovinezza e la decrepitezza in Austria dava il massimo della libidine, il 33%; anche il Guerry segna i due massimi della libidine fra i 16 e 25 anni, e fra i 65 e i 70. In Inghilterra il massimo dei crimini contro natura è tra i 50 e 60 anni.
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