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      Per riuscirvi, almeno in parte, ho cercato come meglio potei di ravvicinare i dati della statistica carceraria d'Italia, 1871 e 1872, a quella dei mestieri esercitati da 185,491 coscritti, di anni 20, fornitici dal generale Torre, in quel suo prezioso Rendiconto sulle leve del 1870-71.
      Dai risultati di tale comparazione, che riassumo in questa tabella:
     
      Popolazione onesta Delinquenti
      Professioni d'anni 20 d'anni 18 in suMagistrati, impiegati o professioni
      liberali 3,6 2,3
      Cuochi 3,0 11,1
      Calzolai 3,8 12,2
      Agricoltori e boari 59,0 52,0
      Lavoratori in metallo 2,2 3,7
      Muratori 4,0 7,5
      Barcaiuoli 0,7 0,2
      Servi 1,3 7,9
      Operai in legno 3,6 2,9
      parrebbe che i calzolai, gli osti o cuochi, ed i servitori diano il massimo di delinquenti in confronto alla popolazione; quasi il quadruplo ed il sestuplo, e peggio se recidivi; pressochè il doppio i muratori; verrebbero poi i lavoranti in metallo, i quali darebbero cifre maggiori degli operai in legno. Questi, i barcaiuoli e gli agricoltori darebbero le cifre minime, come pure le professioni liberali, le quali, però, siccome a 20 anni difficilmente sono comprese nella statistica, non possono giustamente compararsi, e dagli studi del Curcio vedemmo, anzi essere fra le più feconde in delitti (v. s.).


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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