Marro (o. c., p. 350) ne trovò il minimo, a Torino, 1 su 500, fra i cacciatori, ombrellai, preti, studenti, maestri, pescatori.
Un piccolo numero, 4, fra i litografi, marmorini, carrozzieri, giardinieri, muratori, conciatori (3 omicidi).
Un numero maggiore, 7, nei sensali, scrittori, tessitori: nei parrucchieri (quasi tutti rei di libidine).
I muratori, poi, diedero l'11% mentre nella popol. libera il 2,5%
i panattieri " 6,9" " " 1,6"
ambedue perchè ricevono paga giorno per giorno e non han bisogno di lungo tirocinio.
I fabbriferrai diedero l'8,3% nella popolazione libera 2,3%
calzolai " 7,3% " " 3,2 "
studenti " 0,33% " " 3,1 "
Le professioni che s'esercitano in città, che più espongono all'alcoolismo (cuochi, calzolai, osti), che mettono il povero a troppo continuo contatto coi ricchi (camerieri e servitori), o che facilitano i mezzi pei malefici (muratori, ferrai), dànno una quota notevole alla delinquenza, e più alle recidive (cuochi e calzolai, 6-20), il che è illustrato dalla filologia poichè coquin viene da coquus e poi coquinus.
Le professioni che espongono a minori contatti, come i barcaiuoli ed i contadini, dànno le quote minime della delinquenza, e le minime dei recidivi (barcaiuoli).
Dopo i professionisti i più inclini ai reati di libidine su bambini furono in Francia i calzolai, al che deve contribuire, oltre l'alcoolismo, l'atteggiamento della persona che eccita gli organi genitali, e infatti i calzolai dànno anche un maximum di venerei (Descuret, o. c.).
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Torino Francia Descuret
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