In Torino abbiamo trovato una stranissima industria speciale ai criminali, quella del finto lavoro di falegname, di fabbro. Parecchi ammoniti cioè avevan aperto botteghe di falegname, fabbro, ecc., fornite di tutti gli attrezzi, per poter dimostrare alla questura la propria attività mentre, invece, il lavoro non era che simulato, quanto bastava per sfuggire all'ammonizione per ozio; non eran qui i mezzi e l'occasione che mancassero al lavoro, ma proprio la volontà.
Sichart(201) su 3181 prigionieri ne trovò 1347, cioè 42,3%, che avevano orrore al lavoro. Divisi per reati le cifre si ripartiscono così:
Su 1848 ladri 961 cioè 52 %
381 truffatori 172
45 "
155 incendiati 48
31 "
542 criminali sessuali 145
26,7 "
255 spergiuri 21
8,2 "
Anche più chiara parrà l'importanza di queste cifre quando si osservi come esse si ripartono tra quelli che il Sichart chiama criminali d'occasione e criminali d'abitudine, questi ultimi corrispondendo nella gran maggioranza a quelli che noi chiamiamo criminali-nati. L'orrore del lavoro fu trovato complessivamente in 1347 o 42,3 %, di cui:
Delinquenti d'occasione 170 o 19,2%
d'abitudine 1177 o 51,7
con una prevalenza più che dupla dunque tra i criminali-nati.
Da recenti statistiche del Wright (o. c.) sul Massachussetts si rileva che su 4340 condannati, 2991 ossia il 68% non avevano professione; e da altre della Pennsylvania che quasi l'88% dei condannati ai penitenziari non avevano mai avuto un mestiere; come non l'avevano il 68 1/2% dei condannati ai "countes jails" e alle case di lavoro.
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