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      Riguardo più specialmente agli omicidi, risulta dalle ricerche di Federico Wines che nel 1890 su 6958 omicidi condannati, 5175 ossia più che il 74% non avevano arte o professione (Bosco).
      Anche risulta questo ribrezzo del lavoro dalla specie di professione ch'essi adottano. Marro, infatti, avendo notato che i muratori davano la massima quota tra i casi dei suoi criminali, cioè l'11%, mentre il numero totale dei muratori, secondo il censimento del 1881, in Torino, non sommava che al 2,56% della popolazione si sentì spiegare questa frequenza dagli stessi delinquenti, perché, "molti di essi affermarono di avere abbandonato altre professioni prima esercitate e perchè ai muratori solamente si dà la paga giornalmente senza aspettare la fine della settimana o della quindicina", che è come dire adottavano quella professione saltuariamente quando loro ne veniva il capriccio.
      E lo prova la grande loro mutabilità nelle professioni. Difatti, mentre su 100 normali 86 avevano sempre esercitata la stessa professione; 13 avevano cambiato una volta, 1 ne aveva esercitate tre; tra i delinquenti, invece, cambiarono la professione da 2 a 4 e più volte:
      27 su 40 assassini
      31 " 40 borsaiuoli
      60 " 77 truffatori
      30 " 39 stupratori
      22 " 39 grassatori
      28 " 51 feritori
      60 " 97 ladri
      23 " 41 viziosicol massimo negli stupratori e truffatori,
      Dai resoconti del Riformatorio di Elmira si rileva che 6635 ricoverati si dividevano così riguardo alle loro professioni:
      Servi 1694 o 25,5%
      Lavoratori comuni 3651 o 55,0%


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L'uomo delinquente in rapporto all'antropologia alla giurisprudenza ed alla psichiatria
(Cause e rimedi)
di Cesare Lombroso
Fratelli Bocca Editori Torino
1897 pagine 833

   





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